DA OGGI IL BLOG CAMBIA INDIRIZZO:
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Con l'avvento del nuovo anno, riprende l'intensa attivita' creativa della Direzione di Randstad.
Dopo aver inventato il licenziamento individualcollettivo ed il demansionamento via email, gli illuminati teorici del diritto stanno procedendo al ritiro delle auto aziendali.
Offriamo a questi fantasiosi (ri)creatori delle norme lavoristiche una consulenza legale gratuita, sperando che ne facciano tesoro.
- Se l'auto aziendale (con i relativi costi di gestione) e' stata inserita nel contratto di assunzione come parte del compenso, non puo' mai essere richiesta indietro. Si tratta, infatti, di una quota della retribuzione e quindi e' nullo ogni patto diretto a diminuirla (ben noto principio di irriducibilita' della retribuzione).
- Se si invitano i dipendenti a restituire l'auto per non avere problemi, si commette anche un reato (estorsione).
- Se si decide, improvvisamente, di scalare il costo dell'auto dallo stipendio ai dipendenti che non la restituiscono, si commette un illecito civile.
Insomma, cari signori, dateci ascolto: consultate un avvocato, questa volta, e fatevi spiegare come funziona.
Scommettiamo che vi conviene?
Ps: ultimo consiglio (anche questo gratuito). Ricordatevi che il lavoratore "derubato" della sua retribuzione ha cinque anni di tempo per richiedervi indietro il maltolto, a partire dalla fine del rapporto di lavoro. Quanto fanno 80 macchine al mese moltiplicate per tutti i mesi che passano dalla sottrazione (illegittima) della macchina alla sentenza? Indovinato: costa meno la consulenza di un discreto legale.