sabato 24 gennaio 2009

IL BLOG CAMBIA INDIRIZZO !!!

DA OGGI IL BLOG CAMBIA INDIRIZZO:

http://licenziatidarandstad.wordpress.com/

QUESTA NUOVA PIATTAFORMA PERMETTERA' UNA MAGGIORE INTERATTIVITA' CON VOI. DOCUMENTI DA SCARICARE, NUOVI SONDAGGI, NEWSLETTER E AGGIORNAMENTI AUTOMATICI SUL VOSTRO BROWSER...

DA OGGI QUINDI, NON E' PIU' POSSIBILE INSERIRE COMMENTI SU QUESTO BLOG. CI VEDIAMO SU.........

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will still be.... GOOD TO KNOW YOU !

venerdì 9 gennaio 2009

CONSULENZA PRO BONO

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Con l'avvento del nuovo anno, riprende l'intensa attivita' creativa della Direzione di Randstad.
Dopo aver inventato il licenziamento
individualcollettivo ed il demansionamento via email, gli illuminati teorici del diritto stanno procedendo al ritiro delle auto aziendali.

Offriamo a questi fantasiosi (ri)creatori delle norme lavoristiche una consulenza legale gratuita, sperando che ne facciano tesoro.

  • Se l'auto aziendale (con i relativi costi di gestione) e' stata inserita nel contratto di assunzione come parte del compenso, non puo' mai essere richiesta indietro. Si tratta, infatti, di una quota della retribuzione e quindi e' nullo ogni patto diretto a diminuirla (ben noto principio di irriducibilita' della retribuzione).
  • Se si invitano i dipendenti a restituire l'auto per non avere problemi, si commette anche un reato (estorsione).
  • Se si decide, improvvisamente, di scalare il costo dell'auto dallo stipendio ai dipendenti che non la restituiscono, si commette un illecito civile.
Insomma, cari signori, dateci ascolto: consultate un avvocato, questa volta, e fatevi spiegare come funziona.

Scommettiamo che vi conviene?

Ps: ultimo consiglio (anche questo gratuito). Ricordatevi che il lavoratore "derubato" della sua retribuzione ha cinque anni di tempo per richiedervi indietro il maltolto, a partire dalla fine del rapporto di lavoro. Quanto fanno 80 macchine al mese moltiplicate per tutti i mesi che passano dalla sottrazione (illegittima) della macchina alla sentenza? Indovinato: costa meno la consulenza di un discreto legale.

giovedì 1 gennaio 2009

2008: anno bisesto, anno funesto

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È stato un anno difficile, che ci lascia dentro una difficile crisi finanziaria. In soli tre mesi, un intero sistema economico sembra cadere come in un grande domino.

Sono fallite banche importanti, come la Lehman and Brothers, che per decenni hanno attratto i migliori talenti della finanza. Negli Stati Uniti, sono stati necessari interventi dello Stato per il salvataggio delle più grandi istituzioni di garanzia dei mutui immobiliari. Il credit crunch rischia di soffocare le più prestigiose aziende impegnate fino a pochi mesi fa in apprezzate operazioni di acquisizioni.
La crisi non risparmia nemmeno l’Europa, anche se le operazioni speculative sui mutui subprime ci coinvolge di meno.
In Belgio, lo Stato è dovuto intervenire per non far fallire Fortis. In Olanda, ha rischiato il fallimento la ABN Amro Bank che fino al 2006 gareggiava per l’acquisto dell’Antonveneta contro la Banca Popolare di Lodi, guidata allora dal “furbetto del quartierino” Fiorani.
Inevitabilmente, lo tsunami del crollo della finanza sta investendo l’economia reale e innanzitutto l’occupazione.
I Governi sono impegnati dappertutto per trovare le giuste cure contro la perdita del lavoro, per evitare soprattutto che si innesti una spirale negativa di impoverimento diffuso.

Contratti di solidarietà, riduzione dell’orario di lavoro per salvare il lavoro di tutti, rinunce ai bonus, riduzione degli stipendi dei managers: sono solo alcune delle ultime proposte, a dire il vero, nemmeno così innovative se anche noi siamo riusciti a proporle prima di altri, o almeno prima dei managers della nostra azienda, o meglio della nostra ex azienda, noi, ex licenziati.

In questo scenario, il settore delle agenzie per il lavoro sta vivendo una crisi quasi senza precedenti. Nell’ultimo anno i titoli dei primi due Gruppi mondiali hanno perduto rispettivamente il 36% e il 52, 67% (vedi il Sole24ore del 15 novembre) e due venerdì fa il terzo Gruppo mondiale ha perso il 13% in una sola seduta di Borsa (vedi Corriere della Sera del 23 dicembre). Per quante soluzioni si potranno trovare, siamo purtroppo convinti che non mancheranno riduzioni del personale e ristrutturazioni aziendali. È lecito ed è legittimo. Le modalità con cui verranno fatte qualificherà lo spessore manageriale, la cultura e la capacità delle varie Agenzie.

Sappiamo tutti che ci sono agenzie che stanno procedendo con modalità ciniche, in spregio alle leggi che tutelano i lavoratori; mentre ci sono agenzie che hanno fatto accordi sindacali che tutelano i lavoratori sia nel momento della risoluzione del rapporto (con modalità di adesione volontaria ed il riconoscimento di 30mila o 20mila euro + fino a 12 mensilità, a secondo dell’anzianità), sia nel momento successivo di una ricerca di un nuovo posto di lavoro (con l’iscrizione nelle liste di mobilità che determina un vantaggio contributivo fino al 35% per il nuovo datore di lavoro).

Noi ci siamo trovati sicuramente a fronteggiare il cinismo di un’operazione di conservazione del potere da parte del management dell’azienda acquirente: vedior è stata completamente decapitata del suo management. Ma siamo convinti che ci siamo imbattuti soprattutto nell’incapacità di managerialità e preparazione dell’HR, ingiustificabile per un’azienda fondata su così ostentati valori culturali ed etici.

Non possiamo non rimandare ai mittenti tutte le accuse che in questi due mesi ci sono arrivate. Ripetiamo che lo scopo del nostro blog non era e non è quello di diffondere odio. Il blog è stato un’arma di legittima difesa in un’azienda in cui mancava la rappresentanza sindacale, in un’azienda appena acquisita e gestita con assoluto “complesso di superiorità”.
Non siamo stati i primi ad usare internet (vedi www.simplyfired.com ) e non saremo forse gli ultimi: abbiamo provato la forza di internet, la libera possibilità di fare sentire la propria voce e di richiamare anche l’attenzione delle istituzioni di tutela dei lavoratori e dei più deboli, che non sempre sono immuni da colpevoli commistioni.

La prova della forza del nostro blog è stata data dai rimedi che sono stati trovati per tentare di contrastarlo. Oltre ad averne impedito l’accesso dalle filiali (cosa encomiabile a tutela della produttività, in un periodo di crisi), è stato anche impedito che il motore di ricerca più potente al mondo, GOOGLE, continuasse a postarlo come primo link.

Siamo convinti che l’impreparato management non si aspettasse questa reazione. Siamo convinti che abbiamo rallentato le altre riduzioni del personale.
Ma siamo convinti che le prossime saranno fatte con più attenzione, cura e rispetto delle persone. Allora, potremo dire che il nostro blog sarà veramente servito a tutti, anche al management che avrà la responsabilità delle prossime azioni. Della serie: errare è umano ma perseverare no!

Buon anno a tutti !!

Tagli alla retribuzione dei manager salvano posti di lavoro, evitando la perdita di competenze in azienda...

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Dal Sole 24 Ore del 31 dicembre, un altro esempio di Management illuminato
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